rAn number 5, June 1993 The zine is no copyrighted for the anarchist movement, please if you use "rAn" for your publications, please send us a copy. More informations in the read me file. --------------------------------------------------------------------------- This fifth issue is dedicated to the television: an electric jester without poetry, a "big sister", virtual reality for poor men, a machine for manipulation of people and a trashcan for old movies. ------------------------------------------------------- rAn, n.5, giugno 1993 per la liberazione dell'intelligenza ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ In questo numero di rAn proviamo a smontare qualcuno dei componenti del micidiale elettrodomestico che da una quarantina d'anni ha invaso le nostre vite: il televisore. Mai come questa volta e' necessario ricordare al lettore distratto che le nostre autopsie sono quanto di piu' parziale e fazioso possa esistere, davanti a tanti argomenti da sezionare abbiamo scelto quelli che piu' ci erano graditi e quindi parleremo di esperimenti sull'apprendimento tramite tv, di film spazzatura e di realta' virtuale per poveri. Il domino presenta stralci di un documento (crediamo) inedito sull'argomento mass media che risale ai favolosi anni '60, quasi '70. Due pagine di gocce televisive e non, una lettera di Clinton dal Cyberspazio (?) e gli immancabili feticci & commenti completano questo numero. Ai nostalgici della tv ecco il nostro quiz. Nella serie "The Next Generation" compare il leggendario Mr. Spock (quello con le orecchie a punta), in due minuti, vogliamo sapere: 1-titolo originale del telefilm 2-regista 3-data stellare in cui si volge l'azione 4-data di prima messa in onda negli Usa. Primo premio 1 abbonamento a rAn, secondo premio 2 abbonamenti a rAn, terzo premio 3 abbonamenti a rAn. RAN ******************************************************************** La tv ti fa male e lo sai ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ La televisione e' un elettrodomestico. Probabile. Gli elettrodomestici sono, appunto, domestici elettrici, robe che fanno quello che potrebbero fare dei domestici a servizio: la lavapiatti lava i piatti esattamente come un lavapiatti. La tv, pero', e' un elettrodomestico particolare che parla, racconta, da' immagini. Se in pochi hanno avuto qualcuno che lavasse i piatti per loro, giusto i re medievali, o giu' di li', hanno avuto a servizio qualcuno che li intrattenesse la sera. La tv e' un giullare elettronico. Detta cosi', sembrerebbe quasi bella. Il guaio e' che tutte le lavapiatti puliscono pentole e stoviglie allo stesso modo e che tutti gli apparecchi televisivi raccontano le stesse storie ai milioni di spettatori sintonizzati sullo stesso canale. C'e' poco da lamentarsi se dalla televisione -a differenza dei buffoni e dei trovatori di corte-arriva ben poca poesia. Overdose di informazioni Nel 1977 l'Universita' dell'Okhlaoma finanzia una ricerca sulla possibilita' di utilizzo del video per l'insegnamento. Nel locale istituto di psicologia 58 studenti (scelti tra quelli che avevano avuto la "media alta" nel semestre precedente) "studiano" la vita dei pinguini con dei documentari televisivi per due settimane, mentre un gruppo di controllo formato da altri 53 studenti scelti con gli stessi criteri studia nello stesso periodo l'argomento su delle dispense che riproducono - con aggiustamenti minimi- i testi del documentario. In questi vengono inseriti 18 errori grossolani, ma non troppo -ad esempio "i pinguini (antartici) vanno verso il sud perche' e' piu' caldo"- che possono essere facilmente rilevati con un minimo di attenzione da persone con cultura universitaria. Ad entrambi i gruppi era vietato prendere appunti. Alla fine dell'esperimento, 51 studenti "lettori" avevano rilevato tutti e 18 gli errori, mentre solo 26 "spettatori" avevano avuto lo stesso risultato. Non solo: per poter sostenere il test finale (che era stato anticipato come un esame), i lettori avevano letto le dispense da un minimo di 2 ad un massimo di 6 volte,mentre il numero delle visioni andava da 5 a 16 volte. Alcuni anni prima, lo psicologo comportamentista T. Bandura, studiando il "modellamento" (il meccanismo di apprendimento di comportamento tramite l'osservazione di un modello), aveva notato che "in caso di comportamenti antisociali o irrazionali, il modellamento tramite filmati e' sorprendentemente efficace" e attribuiva questo al "pensiero ipnoide" che domina i meccanismi mentali durante le proiezioni cinematografiche e che porta ad un "abbassamento dei livelli d'attenzione sugli aspetti della situazione ambigui o marginali (...) riducendo l'attivita' mentale autonoma del soggetto". Analizzando i meccanismi che portano al "pensiero ipnoide", egli cita il silenzio della sala, il buio e la comoda posizione degli spettatori che li immette in una sorta di isolamento mentale ad altro che non sia il film. Notando che i propri studenti guardavano delle videocassette e non erano quindi nella situazione descritta da Bandura, gli psicologi dell'Universita' dell'Okhlaoma M. Lopez e J. Tanner avanzano l'ipotesi che a determinare "l'abbassamento del livello di analisi critica" siano altri due fattori: 1) "il numero molto piu' alto di informazioni che si riceve dalla visione televisiva rispetto alla lettura (...) informazioni non solo testuali, ma anche visive e sonore di vario tipo (musica, rumori e voci di sottofondo)"; 2) la "distrazione", il fatto che lo schermo televisivo sia di dimensioni comunque relativamente piccole rispetto all'ambiente circostante fa si che arrivino "altre informazioni ambientali non necessariamente legate alla presenza di altre persone". A questo proposito i due notano che "gli esperimenti analoghi condotti con proiezioni cinematografiche avevano dato risultati piuttosto differenti". La tv, il medium, il proprio potere di "overdose d'informazione" lo usa - piu' o meno consapevolmente- da lungo tempo. Tornate con la mente a 10/12 anni fa', pensate agli ossessionanti servizi del telegionale sugli episodi di "lotta armata". Con l'immagine sanguinolenta del morto per terra, i singhiozzi e i pianti dei congiunti in sottofondo e la voce dello speaker che sbrodolava tutta la propaganda di regime. Pensate anche ai milioni di italiani che si sorbivano il tutto mentre erano a pranzo o a cena e capirete bene come "l'abbassamento del livello d'analisi critica" potesse essere arrivato al punto da far credere loro che tutto quello che non andava al mondo fossero le sanguinose cretinate di un gruppo di disperati e che ogni cosa fosse giustificata per fermarli e che, in fin dei conti, ogni sogno di liberazione poi era una roba cosi'. Finalozzo/predicozzo La cosa peggiore e' quando si arriva a casa e si accende la tv, senza neppure sapere cosa c'e' in programma, "cosi' per vedere cosa passano". E c'e' sempre una canzone ascoltabile su videomusic, un po' di telegiornale, il solito film visto mille volte, la trasmissione d'attualita' su un tema interessante (magari passano un pezzetto di manifestazione), il comico simpatico. E, pero', ovviamente non ce ne frega un tubo e allora e' davvero il peggio, perche' la scatola diventa una presenza, come averci un invitato che parla sempre e solo qualche volta noi ci giriamo a guardarlo e lui, pero', continua a parlare. E, alla fine, siamo noi che abbiamo bisogno di lui, che ci impedisce di dare una continuita' ai nostri discorsi e ai nostri pensieri, che ci allontana la paura dei nostri silenzi, che si mette in mezzo alle nostre relazioni e alle nostre solitudini (e alle nostre rabbie e alle nostre gioie). Una prima (e facile) strategia di sopravvivenza potrebbe essere semplicemente comprarsi una volta alla settimana uno di quei giornali con i programmi televisivi, studiarli attentamente, annotarci quel che ci interessa. E poi accendere la televisone quando inizia il film, la partita, la telenovela e spegnerla subito dopo. Probabilmente troveremo che c'e' sempre qualcosa da vedere e continueremo a non uscire la sera, ma almeno ci saremo presi qualcosa che assomiglia ad un impegno con noi stessi (che fa bene alla salute mentale). Oppure, ancora meglio: innamoriamoci, leggiamo un libro, collezioniamo francobolli o farfalle, facciamoci le seghe, andiamo ad una riunione, diamoci allo yoga, impariamo a cucinare, passeggiamo sotto la luna, stiamocene a pensare. O, magari, guardiamoci una videocassetta. Insomma: staccare la spina. E queste, puo' darsi, sono solo le fantasie di un redattore di "rAn" almeno su questo tema un po' troppo estremista. Arrivando alla conclusione dei conti, pero', mi sembra che la televisione sia come la polizia: quella buona non esiste. Oddio, se non ci fosse la polizia non ci sarebbero le barzellette sui carabinieri (o sui poliziotti, che sono diffuse su tutto il globo terracqueo). E se non ci fosse la tv, non avremmo mai visto "Star Trek" e il "Doctor Who" (e "Belfagor" e "Il prigioniero" e "Ai confini della realta'" e qualcosina d'altro ancora). E' un po' poco, comunque, tenersi gli sbirri per qualche storiella o tenersi la tv per intravedere talvolta le orecchie del signor Spock. Peter P. (vive felicemente senza televisione) ******************************************************************** ZORRO CONTRO MACISTE ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Banalmente, allo stato attuale lo spettacolo TV risulta essere un intruglio ipertossico di finzione sempre piu' realistica e di realta' sempre piu' finta, al punto che nel celebrato e sfuggente immaginario collettivo la vita e la sua rappresentazio ne tendono a sovrapporsi. Di fronte alla progressiva scomparsa di tale ipotetico confine, la TV democratica cerca di correre ai ripari privilegiando programmi che volendo offrire la VERITA' finiscono per risultare ancor piu' fasulli perche' la realta' sociale a cui attingono e' gia' di per se' conforme e prodotta dalla sottocultura televisiva. In altre parole, nel programma-denuncia sia il politico navigato che il cittadino qualunque comunicano e si rappresentano secondo i modelli e il copione che hanno ben appreso guardando la TV, apparendo tutti come allievi della stessa scuola teatrale. A fianco di questi interventi su e da una presunta societa' civile, si affiancano scelte spettacolari incentrate sul recupero e la valorizzazione di pellicole di un qualche spessore culturale che vanno a collocarsi nel genere CULT-MOVIE, talvolta curato anche in modo pregevole come avviene su RAI 3. Ecco quindi la resurrezione notturna di Lumet, Truffaut, Bunuel, Pasolini o Bergman, a mo' di raffinata tappezzeria per una politica spettacolare superficiale e populista, ad uso e consumo di un pubblico condannato a sentirsi colpevolmente ignorante e in soggezione. L'intento pseudo-educativo da DSE si dimostra quindi in tutta la sua ipocrisia, perche' gli strumenti critici offerti per avvicinarsi ai film DIFFICILI rimangono preclusi ai piu' proprio dalla melma che dagli schermi ci sommerge quotidianamente. Contro l'assedio di tale marea, le difese possibili sono due: staccare drasticamente la spina o provare ad usare tale elettrodomestico secondo altri criteri, con un'ALTRA MENTALITA'. Proviamo a delinearla. Lasciate ogni illusione voi che v'entrate: non esiste una televisione impegnata e una stupida. Chi deride, con sufficienza, l'appassionato/a di telenovelas e' una vittima predestinata dell'informazione seriosa di un telegiornale di regime, perche' in effetti e' piu' indifeso di colui che sceglie Beautiful per sognare e quindi evadere dalla realta'. Inoltre la persona che non si vergogna di seguire le tele-novelle e' un tipo tendenzialmente piu' libero e spregiudicato di chi le condanna moralisticamente come cose POCO SERIE. L'ingenuo e' proprio colui che crede ancora ad una televisione attendibile sul piano dell'informazione o in qualche modo contrapposta alle politiche del potere. Anzi appare molto piu' trasgressivo uno sperimentato feuilleton come La donna del mistero, basato sulla trama della suora tormentata da umanissime passioni, che la varie trasmissioni "di sinistra" con l'immancabile presenza di prelati e sanfedisti, invitati a portare la loro testimonianza. Per questo, anche per quanto riguarda i film cinematografici inseriti nei palinsesti televisivi, occorre armarsi di mezzi di difesa ESTREMI. Prima annotazione. Un racconto cinematografico, nato per essere proiettato e vissuto nel buio e nel silenzio di una sala, una volta che viene immesso nel serraglio TV e' stravolto e massacrato, con o senza interruzioni pubblicitarie. Partendo da questa ovvieta', il piccolo schermo riduce tutti i film a spazzatura, ad eccezion fatta di quelli che spazzatura lo erano fin dalla nascita. Su questi il potere DI MEDIAZIONE e' praticamente nullo; nessun critico si sognera' di spiegarne le metafore esistenziali, il significato intrinseco o il contesto globale, cosi' come nessun direttore di rete l'abbinera' a dibattiti in studio sulla cosiddetta attualita'. Infatti, di solito questa produzione, generalmente etichettata come MEDIOCRE, e' destinata a tappare i buchi FUORI PROGRAMMA, magari causati da qualche sciopero improvviso, oppure e' offerta in mancanza di meglio da qualche disgraziata emittente locale. Si tratta di pellicole quasi sempre senza storia, prodotte con poverta' di mezzi e spesso di idee, senza alcuna pretesa di apparire VEROSIMILI. Sono le ingenue saghe mitologiche di cartapesta con Ursus e compagni; i western alla buona dove le Colt sparano come mitragliatrici, senza essere mai ricaricate; le commedie scollacciate dai doppi sensi grossolani, da avanspettacolo di provincia; le avventure di pirati sempre ben rasati; le epopee di guerra con le partigiane truccate e acconciate "alla Brigitte Bardot". In questo mondo paradossale non c'e' posto per la fiction, per il messaggio subliminale o per il virtuale. RIFIUTI sono e rimangono; ma in questa loro natura c'e' qualcosa che li rende dissonanti in tale scintillante scenario, sostanzialmente refrattari alle leggi del mercato, dell'audience, dell'estetica. Non sono AVANZI facilmente riciclabili. Per apprezzarli, senza cadere nello snobismo, bisogna farsi sadiani; imparando a coglierne gli aspetti piu' surreali e anacronistici, quali antidoti spassosi alla pretese di una televisione saccente, noiosa e autoritaria. Buona evasione. Jean Rabe (Chi scrive non puo' considerarsi un teledipendente, appassionandosi molto piu' davanti ad un libro che di fronte al piccolo schermo. L'uso del famigerato elettrodomestico e' limitato alla visione di qualche vecchio film e, senza assiduita', a programmi come Blob e Mai dire TV. Mediamente il tempo passato quotidianamente alla televisione si aggira sui 40 minuti; molti di piu' quelli trascorsi con la radio accesa) Scheda TRASH MOVIE DOC Periodo: anni Sessanta/Settanta Produzione: italiana (frequente coproduzione Italo-Spagnola; piu' raramente in collaborazione con la cinematografia socialista dell'Est) Soggetto: vario (mitologico, western, salgariano, commedia, bellico, horror, satira di costume, etc.) Registi: quasi sempre semisconosciuti, ma non mancano alcune eccezioni(Scola e Steno, ad esempio). Degni di nota: Guido Malatesta, per il genere mitologico, e Jose' Luis Merino per quello bellico Attori: di regola ignoti con assurdi nomi americanizzati, come Guy Madison, richiestissimo per i film di guerra. Non mancano pero' nomi che avrebbero avuto una loro successiva notorieta' (Raffaella Carra' e' il caso piu' scandaloso) o di attori avviati "sul viale del tramonto", come il grande Buster Keaton co-starring di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in Due marines e un generale ('65) Scene: ultra-economiche e di fortuna, molto spesso recuperate da altri film piu' "ricchi" Esterni: girati a Cinecitta' oppure nella Spagna, in Sardegna, nella campagna laziale o sulla costa tirrenica (memorabile uno sbarco di commandos in Normandia "ambientato" sulle scogliere di Calafuria nei pressi di Livorno) ******************************************************************** ********** La realta' virtuale dei poveri ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ L'invadente elettrodomestico che staziona nella maggioranza delle nostre case ha come principale compito quello di trasmettere modelli di comportamento diretti a chi beneficia della sua emissione di raggi piu' o meno dannosi. Meglio gli spot La "grande fratella" e' quasi onesta forse solo quando ci presenta spot pubblicitari, nei quali sia il contesto (consigli per gli acquisti) che il contenuto (il singolo prodotto) sono ben chiari e delimitati: inizio-> spot-> fine. Anche se insieme al filmato propagandistico vengono trasmessi dei modelli di comportamento, a volte questi sono talmente eccessivi da risultare comici e servono, alla fine, principalmente solo per ricordare meglio il prodotto: bevete questo whisky (e' da grandi amatori), indossate questo reggiseno (sedurrete chiunque). Sono le normali trasmissioni che invece, in modo molto piu' invisibile, educano bambini ed adolescenti e provvedono a correggere adulti recalcitranti o vecchietti irriducibili. Accanto all'informazione manifesta: la trama di una finzione, le notizie del telegiornale, le domande dei quiz, le chiacchiere dei talk-show, vengono proposti agli spettatori una serie di regole comportamentali, che anche se non sono sempre omogenee tra loro, sono invece sicuramente, compatibili con l'ordine vigente. I modelli di comportamento riguardano sia i meccanismi e il contenuto del pensiero che la loro messa in atto. L'unico tipo di pensiero che la televisione ci mostra come socialmente accettabile e' quello del buon senso raziocinante, dove A precede sempre B e C, un modello di pensiero lineare che non prevede nessuno scarto nella sua logica, la stessa su cui si basano i computer. La prima risposta e' sempre quella che conta, 0quella "giusta", la maggioranza ha sempre ragione e gli assenti sempre torto, la religione e' un fatto connaturato all'uomo e tutti gli estremismi sono pericolosi. E via delirando. Anche quando, apparentemente, prevale un modello di pensiero piu' irrazionale il contrasto e' solo apparente. Vengono proposti comunque dei dogmi, siano essi religiosi o magici, travestiti da alternativa al materialismo dominante. Il nuovo galateo televisivo invade tutti i gruppi di discussione; ammaestrati da centinaia di ore di talk-show, nelle assemblee del movimento della "pantera" studentesca bisognava che ci fosse -sempre- un intervento a favore ed uno contro la mozione in discussione, benche' non si e' mai capito bene perche' il pluralismo dovesse esprimersi in questo modo. Ma basta osservare il modo in cui viene condotta una trasmissione "di piazza" televisiva per capire immediatamente la derivazione di questa mostruosa deformazione del libero dibattito. Le migliaia di ore di quiz televisivi, diversi solo per l'entita' dei premi, sono l'applicazione pratica del principio di performance e di competizione su cui si fonda una societa' basata sull'organizzazione del lavoro capitalista. Non a caso la severita' dei dispensatori di premi e' direttamente proporzionale alla loro entita'. La carita' pelosa dei padroni non nega qualche biglietto da centomila al povero pensionato che viene platealmente aiutato a rispondere al quesito cretino con somma gioia sadica del pubblico che si puo' finalmente sentire piu' intelligente. I vari notiziari scandiscono, con l'ordine delle notizie e con lo spazio che gli viene riservato, i temi di discussione nei bar e sui luoghi di lavoro. Fino a qualche anno fa le notizie di borsa comparivano all'interno dei vari tg solo in occasioni "speciali" (crollo del dollaro, boom del mercato, ecc.), mentre oggi anche chi vive del proprio stipendio sa tutto (e si preoccupa) della variazione dei tassi di cambio; e con l'aumentare del tempo dedicato alle notizie dall'estero, i problemi della fabbrica sotto casa sono stati relegati nelle riserve dei tg regionali e delle tv locali. Attraverso tutte queste trasmissioni la nostra mente viene riempita di informazioni e modelli a binario unico che non possono non avere influenza sui nostri comportamenti quotidiani. La finzione Anche nel campo della finzione, solitamente detta fiction, un termine che richiama meno alla mente l'idea di falso, i contenuti dei modelli trasmessi sonosempre i soliti, la morale e' sempre quella dell'ordine costituito. La serialita' -telenovelas e telefilm- aumenta la confidenza dello spettatore con la "grande fratella" e facilita la trasmissione di norme morali e comportamentali di massa. Anche se nel campo della finzione il potere del mezzo sembra minore, non fosse altro che per la presenza di prodotti di fantasia slegati dai vincoli del conformismo, si puo' facilmente constatare come la maggior parte di questi sia del tutto assente dal video o confinata in orari favorevoli solo agli insonni e a chi ha un videoregistratore e ovviamente con tutti i bravi tagli della censura al loro posto. La ripetitivita' e' uno dei grandi poteri del mezzo televisivo, quello che trasforma l'esperienza dello spettatore in una "realta' virtuale" dei poveri. La presenza in video sempre delle stesse facce, riproposte in tutte le salse, dai telegiornali agli spettacoli di varieta', dai quiz ai dibattiti, dalla pubblicita' ai telefilm, contribuisce a creare una illusione di familiarita' col personaggio che, rinforzata dagli altri media, fa di una persona un personaggio tuttofare, buono sia per le previsioni del tempo che per l'acquisto dei pannolini. Parallelamente il comportamento del teleutente medio si appiattisce su degli standard ben precisi come provano quelli che una volta venivano definiti "indici di gradimento": adesso l'aggettivo e' caduto e si parla di "indici di ascolto" segno che il potere e' tanto sicuro della forza del mezzo da non preoccuparsi dell'appetibilita' del materiale trasmesso, ma solo del fatto che l'elettrodomestico sia acceso a quell'ora sul quel canale, su quella trasmissione. Proprio come se l'unico scopo fosse solo quello di assicurarsi che quel tipo di modello comportamentale sia ricevuto. Il discorso sull'influsso che il linguaggio dei programmi ha sulla lingua parlata non ci interessa in questo momento, cio' che va notato e' la facilita' con la quale espressioni e modi di dire delle trasmissioni e dei personaggi "in" passano nel linguaggio comune. Un fenomeno conosciuto da tempo che contribuisce, insieme al gergo politico e giornalistico all'impoverimento della varieta' espressiva e quindi alla diminuzione delle reali capacita' comunicative delle persone che alla fine si riducono a conversare tra loro adoperando un linguaggio telestandardizzato. Velocita' Il principale meccanismo tecnico adoperato dalla tv per trasmettere modelli di comportamento e' insito nella tecnologia stessa del mezzo. La sua velocita' e l'insieme di immagini e suoni attira ipnoticamente la nostra attenzione e ci lascia pochissimo tempo per pensare a quello che vediamo. Se la lettura di un libro ci da' il tempo per "digerire" le parole stampate, per rielaborare anche criticamente le tesi che espone, per far partire la fantasia verso i mondi che descrive, per ritornare indietro sui punti piu' oscuri, questo non avviene con la tv; la reazione deve essere immediata, come premere per primo il pulsante del quiz. E, in questo caso, serve a poco anche il videoregistratore, che ci permette, anche se limitatamente, di farci il nostro personale palinsesto. Questo strumento puo' andare bene per la finzione, permettendoci di vedere un film quando vogliamo e piu' volte, ma per gli altri tipi di trasmissione l'effetto desensibilizzante non funziona. E' vero che vedere a velocita' accelerata un talk-show o un quiz puo' essere utile per studiare i tic gestuali dei partecipanti, ma in questo caso siamo davanti ad un altro tipo di utilizzo del mezzo. Il videodipendente che registra la sua trasmissione preferita somiglia piu' all'ansioso che ha paura di perdere una parte della propria vita se non acquista subito in edicola la seconda dispensa dell'enciclopedia della lucertola, piuttosto che all'utente futuro di una televisione personalizzata. La televisione e' inoltre una potente fonte di imitazione capace di modificare le opinioni e il comportamento di una persona in base all'influenza di un'altra: sia essa il conduttore della trasmissione finto progressista o l'ipercriticatutto di turno, c'e' un modello proposto per tutti, basta sapersi adattare un minimo e la personalita' dei piu' influenzabili trova sicuramente un "idolo". Non sono certo pochi, e gia' da alcuni decenni, i casi di personaggi televisivi passati dal piccolo schermo al grande circo della politica. Ma l'imitazione coinvolge anche aspetti meno intellettuali, dal vestire alla musica da ascoltare, dalla battuta demenziale da fare con gli amici all'opinione politica da esprimere. Accelerazione A volte l'accelerazione dei processi di cambiamento che coinvolgono un media possono portare alla sua distruzione oppure alla sua radicale trasformazione, basti ricordare, nel nostro caso il panorama televisivo fino al 1975 e quello intervenuto subito dopo, con la nascita delle tv che, anche questo non e' tanto un caso, all'inizio si dicevano "libere" e poi "private" o "commerciali". Ma la flessibilita' del mezzo e' in grado di resistere all'accelerazione, quasi tenesse conto del principio zen della cedevolezza; davanti a questa capacita' anche le critiche piu' radicali servono a poco, l'attacco deve essere frontale e senza mediazioni. Al minimo, la propaganda per staccare la spina dovrebbe entrare a far parte di qualsiasi nostro intervento, in qualunque luogo e rivolto a qualsivoglia interlocutore. Pepsy (e' un teledipendente moderato, che cerca, con una terapia a scalare, di liberarsi dal vizio) TELECRONOLOGIA -------------- 1927 Vengono trasmesse dall'AT&T le prime immagini da Washington a New York. 1928 L'undici settembre va in onda, dai laboratori di Schenectady (USA) il primo sceneggiato tv "The queen's messenger", l'audio doveva essere ascoltato via radio. 1935 Prime trasmissioni sperimentali negli Stati Uniti, il debutto ufficiale avviene in occasione della Fiera Mondiale di New York. 1936 La BBC inglese e' il primo servizio tv pubblico. 1953 Negli Usa nasce il primo servizio pubblico a colori. 1954 Il tre gennaio iniziano le trasmissioni della Rai. 1959 Con l'introduzione del registratore magnetico termina l'epoca della tv sempre in diretta. 1961 Il quattro novembre viene inaugurato il secondo canale tv con un programma di quiz. Due ministri dc criticano la programmazione televisiva colpevole, secondo uno di essi, di "aver introdotto Togliatti e le ballerine nel cuore delle famiglie italiane". 1962 Primo collegamento intercontinentale via satellite (Telestar). 1963 La tv registra i primi due omicidi in diretta, quello di J.F. Kennedy e del suo (presunto?) assassino L. Oswald. La Chiesa, con un Decreto Conciliare (Inter Mirifica), si occupa per la prima volta della televisione. 1966 Sul mercato USA appare il primo videoregistratore. 1967 La Camera approva un emendamento che esclude l'introduzione in Italia della tv a colori almeno fino al 1970. 1969 Viene prodotto il primo videoregistratore a colori. 1971 Viene prodotto il primo videoregistratore a cassette. 1972 Iniziano anche in Italia le prime trasmissioni sperimentali a colori. I repubblicani minacciano di uscire dal Governo qualora la tv a colori venga introdotta subito. 1974 La Corte Costituzionale ammette la possibilita' di tv diverse da quella pubblica, ma solo via cavo. 1975 Viene approvata la legge di riforma della rai che conferma sostanzialmente il monopolio pubblico del servizio. 1976 I produttori di Hollywood fanno causa alle ditte produttrici dei videoregistratori. Una nuova sentenza della C. Costituzionale rende legali le trasmissioni delle tv locali anche via etere. 1977 Iniziano le trasmissioni regolari a colori. 1979 Nasce la terza rete della Rai. 1980 Nasce Canale 5. 1981 Attentati in diretta tv: Papa, Reagan, Sadat. Una sentenza della C. Costituzionale vieta ad una televisione privata di trasmettere un telegiornale nazionale. 1984 I Pretori di Roma, Torino e Pescara oscurano alcune reti televisive. Quattro giorni dopo, un decreto governativo rendera' possibile la ripresa delle trasmissioni su tutto il territorio nazionale delle reti oscurate. 1985 In diretta, da Bruxelles, la strage dello stadio. In Francia viene introdotto il Minitel, in Italia sara' ribattezzato Videotel. 1987 Entra in funzione l'Auditel, il sistema di rilevamento automatico dell'ascolto. 1988 Approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge sull'emittenza radiotelevisiva che prevede alcune norme antimonopolio. 1990 Viene approvata la legge che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato. 1991 La Guerra del Golfo in tv. 1992 Con una Istruzione Pastrorale (Aetatis Novae) la Chiesa si occupa dei progressi dei mezzi di comunicazione di massa, principalmente televisivi. E' in vendita una videocassetta con una biografia del Papa curata da un noto giornalista televisivo. I marines sbarcano, in diretta, sulla spiaggia di Mogadiscio. 1993 Nuova regolamentazione del servizio pubblico della tv italiana. I maggiori produttori si accordano per uno standard comune relativo alla televisone ad alta definizione. ******************************************************************** La casa elettronica ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ THE WHITE HOUSE Office of Presidential Correspondence For Immediate Release June 1, 1993 LETTER FROM THE PRESIDENT AND VICE PRESIDENT IN ANNOUNCEMENT OF WHITE HOUSE ELECTRONIC MAIL ACCESS Dear Friends: Part of our commitment to change is to keep the White House in step with today's changing technology. As we move ahead into the twenty-first century, we must have a government that can show the way and lead by example. Today, we are pleased to announce that for the first time in history, the White House willbe connected to you via electronic mail. Electronic mail will bring the Presidency and this Administration closer and make it more accessible to the people. The White House will be connected to the Internet as well as several on- line commercial vendors, thus making us more accessible and more in touch with people across this country. We will not be alone in this venture. Congress is also getting involved, and an exciting announcement regarding electronic mail is expectedto come from the House of Representatives tomorrow. Various government agencies also will be taking part in the near future. Americans Communicating Electronically is a project developed by several government agencies to coordinate and improve access to the nation's educational and information assets and resources. This will be done through interactive communications such as electronic mail, and brought to people who do not have ready access to a computer. However, we must be realistic about the limitations and expectations of the White House electronic mail system. This experiment is the first-ever e-mail project done on such a large scale. As we work to reinvent government and streamline our processes, the e-mail project can help to put us on the leading edge of progress. Initially, your e-mail message will be read and receipt immediately acknowledged. A careful count will be taken on the number received as well as the subject of each message. However, the White House is not yet capable of sending back a tailored response via electronic mail. We are hoping this will happen by the end of the year. A number of response-based programs which allow technology to help us read your message more effectively, and, eventually respond to you electronically in a timely fashion will be tried out as well. These programs will change periodically as we experiment with the best way to handle electronic mail from the public. Since this has never been tried before, it is important to allow for some flexibility in the system in these first stages. We welcome your suggestions. This is an historic moment in the White House and we look forward to your participation and enthusiasm for this milestone event. We eagerly anticipate the day when electronic mail from the public is an integral and normal part of the White House communications system. President Clinton Vice President Gore PRESIDENT@WHITEHOUSE.GOV VICE.PRESIDENT@WHITEHOUSE.GOV --------------------------------------------------------------------------- La traduzione del testo sopra e' abbastanza semplice, per quei pochi che sono riusciti a capirci nulla, lo riassumiamo brevemente. Dal primo giugno scorso tutti coloroc he hanno un computer e l'opportunita' di accedere ad un servizio di posta elettronica possono inviare messaggi alla Casa Bianca. Anche se questo annuncio e' ridimensionato dal fatto che, "per adesso", i boss statunitensi non potranno rispondere a tutti, siamo pur certi che i loro servitori prenderanno nota di tutti i messaggi inviati. Per quelli che ne hanno la capacita' sara' molto facile, anche se non necessariamente divertente, spedire a Clinton e Gore tutti gli attestati di stima che gia' si sono meritati. Magari con dei falsi mittenti. L'unica cosa positiva e' il fatto che questo e' un primo passo necessario per rendere operante il potere anche nello spazio immateriale della comunicazione elettronica, attraverso il quale, ricordiamolo, passano sia messaggi che virus informatici. Gli indirizzi da adoperare sono quelli sotto le firme (President@whitehouse.gov...) Durera'? ******************************************************************** Il bracchetto di Pavlov ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Quello che segue e' un estratto da un opuscolo edito a Parigi nel 1966, casa editrice "L'Homme d'Abord", dal titolo "Action psychologique et action politique". Dell'Autore, Andre' Casteilla, non sappiamo niente, ne' della collocazione politica sua e dell'editore. Cio' che ci e' parso interessante in questo testo e', da una parte, il fatto che ci pare contenga delle intuizioni di carattere generale sulla funzione e sull'utilizzo della tv; d'altro canto, ci si rende conto di come certe analisi siano state rese obsolete dallo sviluppo del businnes televisivo. L'Autore, infatti, ipotizza una televisione orwelliana, strumento di controllo monopolizzato da un governo con aspirazioni totalizzanti; d'altra parte, nel 1966 la tv era troppo costosa da fare, e non rendeva abbastanza, pertanto le reti private erano di la' da nascere. Anche se la situazione attuale e' molto piu' complessa, comunque, ci pare che l'individuazione di certi meccanismi di costruzione del consenso, al di la' di un indubbio valore "storico", sia ancora valida. L'Autore sviluppa la sua analisi della tv come mezzo di controllo politico/sociale alla luce delle teorie di I. Pavlov sul riflesso condizionato e sull'inibizione condizionata. Detto cio', l'Autore passa agli agenti condizionanti piu' complessi. La tv e' identificata come strumento ideale per l'induzione di questi riflessi: "davanti ad uno schermo luminoso, il soggetto si piazza in uno stato di ricettivita' totale: soggiogato dall'immagine la cui luminosita' contrasta con la penombra circostante, diviene assolutamente passivo (...)". Alla tv, dunque, "non manca che l'odore per essere perfetta". L'obiettivo della televisione e' quello di convincere i sudditi dello stato che vivono nel migliore dei mondi possibili. Le procedure sono quelle che derivano dalla teoria delle eccitazioni e delle inibizioni condizionate. Il primo e piu' semplice mezzo di condizionamento e' l'interdetto: l'idea o il personaggio "scomodi", privati della diffusione televisiva, si svuotano d'importanza. Il secondo e' il rumore, l'accompagnamento sonoro ossessionante; il terzo estremamante importante, e' l'immagine. A tale proposito, l'Autore analizza la costruzione dell'immagine dell'uomo politico: "e' sufficiente essere spesso presenti, non per fare discorsi, ma per esserci; lievi sorrisi, qualche stretta di mano, avvenimenti simpatici, ed una presenza diviene familiare, si ha voglia di salutarlo per la strada (...) In una trasmissione televisiva in cui figuro' sullo schermo per mezz'ora, Eisenhower parlo' un minuto (...)". Il condizionamento dell'anima Noi arriviamo cosi' a degli agenti condizionali piu' complessi: sono quelli che toccano i sentimenti elementari, le molle che fanno agire gli uomini. Amore,odio, paura, senso di sicurezza, spirito di sacrificio, virilita', femminilita', impotenza, sublimazione, tutti questi sentimenti, tutte queste molle umane possono essere manipolate da eventi agenti che provochino le loro reazionis contate. S. Chakotkin cita un saggio di classificazione di Clyda Miller, dai simboli scatenanti che chiama "leve psichiche". Miller ne distingue quattro gruppi: 1-leve di adesione: hanno per obiettivo di far accettare persone o idee associandole a simboli ritenuti buoni (democrazia, liberta', giustizia...) 2-leve di rifiuto: si prefiggono di far rifiutare persone o idee associandole a simboli ritenuti cattivi (guerra, fascismo, immoralita'...) 3-leve di autorita': o di testimonianza, che tendono a creare l'opinione appoggiandosi alle affermazioni di personaggi illustri (Pasteur ha detto...) 4-leve di conformizzazione: che fanno appello alla solidarieta', all'opinione collettiva. Troveremo queste leve negli esempi pratici che ci apprestiamo ad analizzare. Gli uomini hanno sempre creduto all'esistenza di esseri superiori dotati di poteri soprannaturali: ne e' un esempio la mitologia greca. Il cristianesimo ha perpetuato la credenza delle societa' primitive Dio e' onnipotente e capace di tutto cio' che gli uomini non possono fare. Gesu' ed i Santi hanno compiuto miracoli. La tesi dell'esistenza di uomini superiori, capaci di fare molte cose impossibili agli uomini ordinari, ha sempre trovato un terreno favorevole negli spiriti degli uomini "ordinari". I re, anch'essi erano uomini superiori, poiche' essi derivavano il loro potere da Dio. E' dunque naturale che gli uomini politici -specie quelli al potere-che sono succeduti ai re, beneficino di un pregiudizio favorevole a riguardo. La "letteratura" moderna, soprattutto quella a fumetti piu' accessibile alle masse, parla delle imprese dei "superman" "zorro" o "fantomas" ai quali nulla e' impossibile, che riescono laddove il comune mortale fallisce. Questi personaggi piacciono a tutti i ceti: gli eroi sono necessari agli spiriti umani. Non e' possibile immaginare una nazione senza grand'uomini: se non ne ha, non e' una grande nazione. E' il motivo per cui la leggenda si impadronisce presto di quegli uomini a cui la vita ha riservato destini eccezionali: re, imperatori, generali, capi di guerra. Essi assumono presto una statura non comune. Letterati, cronisti, agiografi trovano per loro epiteti grandiosi e non esitano a divinizzarli. La tv contribuisce, anch'essa, a questa specie di divinizzazione. I capi di Stato vivono in palazzi carichi di storia, il cui splendore riverbera su di loro: l'Eliseo, la Casa Bianca, eccetera... La guardia veglia alle loro porte; la loro esistenza e' preziosissima. Gli onori di cui sono circondati, grazie alla stampa, al cinema, ma soprattutto alla tv sono estremamente tangibili: essi non sono nel campo dello spirito, sono visibili. L'uomo della strada non ignora piu' il protocollo dalla ripetizione di tutti questi onori, di tutte queste cerimonie scaturisce una conclusione: siamo governati da qualcuno fuori dal comune. (...) Superpolitica In tali condizioni, la politica seguita da un superuomo non potra' essere che una superpolitica. E' facile per i manipolatori delle coscienze dimostrarlo e creare i riflessi appropriati. Sarebbe impensabile che, ai nostri giorni, i dirigenti di un qualsiasi paese lasciassero "le cose come stanno". Le realizzazioni nonmancano: esse permettono un condizionamento incessante con lo scopo di dimostrare come i dirigenti si occupano di agire per la prosperita' del paese. In effetti, tutte le fasi di queste opere permettono dei resoconti. Al momento die progetti: interviste, esposizione dei progetti, plastici, permettono di mostrare quanto sono grandiose. Al momento dei lavori: viste dei lavori, macchine in azione, interviste agli ingegneri, cifre citate per mostrarne l'ampiezza. Alla fine dei lavori: inaugurazioni, cerimonie ufficiali, esposizione dei grandi vantaggi apportati dalla realizzazione dell'opera. Si puo' poi ancora tornare per mostrare la soddisfazione degli utenti. (...) E' evidente che alla gran parte dei cittadini sfuggono i meccanismi economici, le incidenze di una politica fiscale, la conseguenza di una politica estera. (...) Questo e' un fatto che non puo' sfuggire agli specialisti della formazione dell'opinione. Percio' essi non mancheranno mai di spiegare il perche' della politica governativa. Non inganniamoci: non si tratta di trasformare gli specialisti in professori, ne' le trasmissioni tv in corsi di alta politica. Bisogna accompagnare la spiegazione delle misure politiche con argomenti semplici, poco numerosi ma soprattutto convincenti perche' gli spettatori capiscano che la politica del governo e' la migliore possibile. La ripetizione di tali argomenti supportati da grafici, filmati, interviste permettera' al pubblico di acquisire convinzioni profonde, che riterra' motivate da conoscenze certe e da un fondamento razionale. (...) E' eccellente che il responsabile della politica venga, di tanto in tanto, a rendere conto ai cittadini: e' il ruolo della "conferenza stampa" e degli "appelli al paese". E' una prova temibile a cui egli dovra' essere accuratamente preparato poiche' non gli sara' perdonato di essere mediocre. Dovra' esprimersi in un linguaggio semplice, accessibile a tutti, dunque evitera' termini tecnici e parole colte. Dovra' allo stesso tempo essere abbastanza preciso da soddisfare i tecnici e abbastanza evasivo da evitare di impegnarsi troppo (dimostrando di essere fallibile come chiunque). In generale, la propaganda audio-visiva dovra' rassicurare l'opinione: mettera' l'accento sul lato positivo, minimizzera' i problemi o dimostrera' che sono sul punto di essere risolti. Le difficolta' non saranno nascoste (...). Sarebbe vano oggi, in Francia, cercare di celare che c'e' un problema degli alloggi. (...) Tutti sanno che si stanno costruendo circa 400000 alloggi, ma si ignora quanti siano i male alloggiati (...). Se si e' mal alloggiati, si attenderanno piu' facilmente giorni migliori pensando: su 400000, ce ne sara' bene uno per me! Concludendo, dunque, l'azione psicologica ha come obiettivo non di fare ammettere che tutto va per il meglio, che tutto va per il meno male "stando le cose come stanno", e che non sarebbe possibile fare meglio. Il riflesso del cane picchiato e quello del "montone di Panurge" In opposizione al concetto di uomo superiore, Superman intellettuale la cui onnipotenza e' al servizio della Nazione, e' bene che l'individuo si senta debole e disarmato di fronte agli eventi, nella misura in cui egli e' SOLO. Sta scritto nel Vangelo: "guai all'uomo solo"! Davanti alle forze considerevoli a disposizione del governo, l'uomo solo e' incapace di cambiarle. Bisogna dunque accettarle, e questo per due ragioni: la prima e' l'impotenza dell'individuo ad apportare loro un cambiamento; la seconda e' che bisogna accettarle per fare come tutti. Il primo condizionamento e' un condizionamento di contatto: e' il riflesso del "cane battuto". Il cane che ringhia riceve un colpo di bastone; quando ha ricevuto abbastanza colpi, avra' paura anche della sua ombra. L'individuo che si rivolta all'Autorita', che non sa piegare la schiena, non cessa di ricevere colpi; non sempre materiali, sempre dolorosi. Alla fine, domandera' al Signor Agente il permesso di sostare sul marciapiede. Il secondo e' il riflesso del "montone di Panurge": bisogna fare come tutti, portare gli stessi abiti, la stessa pettinatura, poiche' si indica a dito chi non e' come tutti. Questo non si limita all'esteriorita', il conformismo del pensiero e' importante quanto l'altro. E' ottenuto dalla scuola dove il medesimo insegnamento e' dato e ricevuto nella stessa forma; dall'utilizzazione dei metodi moderni di riproduzione: milioni di uomini leggono migliaia di giornali con la stessa notizia, nelle stesse parole, in venti lingue diverse. Nei paesi "socialisti" c'e' una sola opinione, quella del partito. Nei paesi "democratici" la cosa e' un po' piu' sfumata: c'e' quella che si chiama la legge della maggioranza. La maggioranza ha sempre ragione. I sondaggi d'opinione non sono fatti solo per pronosticare i risultati: essi esistono anche per indirizzare gli incerti sulla retta via: vedete, il sondaggio ha dato X% di favore al candidato governativo; e' lui che ne ha di piu', dunque e' lui che ha ragione, per lui bisogna votare. A questo scopo, le interviste ai passanti sono eccellenti. Anche se sono registrate, la loro spontaneita' da' l'illusione della diretta. D'altra parte, il montaggio permette di scegliere le risposte. Se la maggioranza dev'essere favorevole, per produrre l'effetto voluto non si raccolgono opinioni unanimi: si darebbe l'aria della propaganda. Si intercalano avvisi contrari per servire da contrasto a quelli favorevoli, che cosi' saranno solo piu' probanti e piu' veridici (...). Le inibizioni La ripetizione quotidiana degli agenti condizionanti produce effetti collettivi, la maggior parte dei quali sono inibizioni: 1-Rifiuto di interessarsi ad altri problemi che ai propri personali. Diviene sempre piu' difficile interessare le persone a idee che non siano sostenute da una vasta propaganda. Sarebbe difficile per i conferenzieri politici riunire un auditorio se contassero solo sull'interesse per il soggetto da esporre. Dovranno impiegare mezzi attrattivi estranei al loro specifico agire: filmati, musica, spettacoli... 2-Rifiuto di pensare. Questo rifiuto di esercitare lo spirito critico ha certo conseguenze politiche, ma anche economiche. Gli impieghi piu' ricercati sono quelli piu' facili e che richiedono un minore sforzo intellettuale. Molti non sembrano piu' capaci di riflettere sul loro lavoro e, cio' che e' piu' grave, non sembra che tengano a rifletterci. 3-Rifiuto di ambizione. Questo sentimento di autosoddisfazione, se e' sostenuto da un certo benessere materiale, si traduce in un rifiuto dello sforzo creativo, dell'ambizione individuale. (...) a cura di Panurge N.B.: per chi volesse saperne di piu', le fotocopie dell'opuscolo vanno richieste a rAn (c/o Nabat Casella Postale 318, 57100 LIVORNO) allegando un paio di mille per le spese. ******************************************************************** Gocce ^^^^^^ Vietato copiare. Verso la meta' del marzo scorso, il dorato mondo accademico italiano e' stato interessato dalla nuova normativa in materia di programmi per computer approvata a fine 1992. Nel giro di qualche settimana si sono sparse, in tutte le sedi universitarie e di ricerca, le voci piu' incontrollate riguardo ai blitz che la GdF avrebbe fatto in varie istituzioni italiane alla ricerca di programmi copiati. Tra i boatos piu' ricorrenti quello riguardante il Politecnico di Torino, che sarebbe stato multato salatamente, ma altre notizie, riferivano di episodi analoghi a Roma, Pisa, Bologna, ecc... alcune di queste sono state riportate anche dalla stampa (cfr. ad esempio il supplemento economico di la Repubblica del 2/4/93). Anche se alcune autorita' accademiche, come quelle torinesi, hanno smentito (cfr. La Stampa del 29/3/93), negando qualsiasi irregolarita' riguardante il software in uso presso la loro istituzione, hanno pero' ammesse (nella stessa sede) di aver fatto un particolare accordo -guarda caso proprio in quei giorni- con le ditte produttrici di programmi per avere piu' copie degli stessi a prezzi contenuti. Sempre nello stesso periodo c'e' stata una "improvvisa" offerta di programi a "prezzi stracciati" proposti sia direttamente dalle varie Software House che dai distributori. E la tendenza del mercato mostra come, negli ultimi mesi, sia aumentato l'acquisto di software, come ci ricorda un articolo pubblicato su il Sole (26/4/94) dove, peraltro, viene negata qualsiasi veridicita' alle voci dei blitz. La cosa interessante non e' se il fatto sia vero o meno, ma che, nonostante i collegamenti esistenti tra le varie sedi universitarie e il livello culturale che si dice abbiano le persone che le frequentano, si sono rapidamente diffuse voci incontrollate e incontrollabili come se si trattasse di chiacchiere da bar a dimostrazione di una particolare teoria della comunicazione: il villaggio [globale] e' piccolo, la gente mormora ma di informazioni nemmeno a parlarne. --------------------------------------------------------------------------- Peccati. Duplicare le videocassette come fotocopiare libri e' un peccato che rientra nel comandamento "Non rubare". Lo sostiene don Giannino Piana, uno dei piu' noti teologi italiani, sul numero di aprile di "Jesus", riferendosi alla pratica di tale "malcostume anche in ambito ecclesiale". Sarebbe interessante sapere come collocare invece il furto legalizzato compiuto dalla SIAE secondo l'etica cattolica, cosi' come vorremmo conoscere i margini di profitto delle Edizioni Paoline sulla vendita di videocassette e libri di carattere religioso. Misteri della fede. --------------------------------------------------------------------------- Telefoni rossi. L'Espresso, e' noto, non rientra tra i settimanali favoriti dagli utilizzatori di notizie, ma (raramente) riesce a portare qualche piccola goccia nel mare dell'informazione utile. Sul numero dell'11 aprile scorso si poteva leggere un interessante servizio sui "telefoni caldi", vale a dire su quei numeri ai quali rispondono dei nastri registrati con racconti porno piu' o meno soft. L'utilita' del servizio, costato al giornale un bel po' di soldi, e' proprio nella sua inutilita'. Imparare a memoria i contenuti delle registrazioni erotiche e poi stupire gli amici del bar su improbabili notti passate al telefono collegati con luoghi esotici come le Bahamas in barba a qualsiasi bolletta. Entrare da competenti nella discussione del salotto intellettuale sul sesso virtuale (la moda del prossimo inverno). Avere a disposizione delle "recensioni" nel caso si voglia provare a comporre qualcuno di quei fatidici numeri senza paura di una spiacevole sorpresa. Scrivere una goccia su rAn. Questi ed altri i benefici effetti di qualche pagina patinata riempita con le foto (proibite) delle star piu' alla moda, non ci fanno dimenticare che dopotutto e' anche possibile registrare le telefonate (e' proibito) duplicarle su cassetta e poi magari rivendersele al "mercato nero" (e' proibito), rifacendosi in tal modo della spesa telefonica (proibitiva). --------------------------------------------------------------------------- Qualche dato televisivo anche nelle "gocce". Secondo l'ISPES i giovani (14- 24 anni) sono degli appassionati teledipendenti: stanno davanti alla balia elettronica 3/4 ore al giorno (il 46,7%), 5/6 ore al (l'11,9%), e piu' di 6 ore (il 2,6%), fortunatamente il 38% non passa piu' di due ore davanti allo schermo. La RAI e la FININVEST trasmettono programmi per circa 39.331 ore all'anno, quasi 108 ore al giorno (dati del 1990). --------------------------------------------------------------------------- Ma il Papa guarda la tv? Fonti bene informate dicono che il santopadre non ha una buona opinione della televisione, preferendo ad essa i giornali, comunque e' un appassionato spettatore del tg1 delle 20 e vede spesso anche programmi sportivi, soprattutto tennis e sci (meno il calcio). Il portavove vaticano ha anche affermato che "il papa riscuote alti indici di ascolto perche' ignora la televisione. Cio' non vuol dire che la disprezza, ma che agisce come se non ci fosse, in totale sincerita'." Santa pazienza, pensa se la tv si comportasse allo stesso modo. --------------------------------------------------------------------------- Anni di palla. La memorialistica sugli ultimi venti anni ha a disposizione un nuovo fondamentale testimone dopo l'intervista concessa dall'attore G. Amendola a "Donna Moderna"(n.20 del 21/5/93), nella quale si possono leggere queste toccanti parole: "[Domanda] Intorno ai 18 anni ha anche fatto parte degli Ultra' romanisti. [Risposta] Un grande periodo quello. (...) Solo che e' finita perche' a ogni angolo della curva sud hanno cominciato a spuntare le croci celtiche, che detestavo. Io stavo dalla parte opposta, con Autonomia Operaia. Ho smesso di far politica quando ho capito di trovarmi di fronte ad un'alternativa: tornare tra i ranghi o saltare il fosso della lotta armata. Ma di prendere una mitraglietta in mano non me la sono proprio sentita." Meno male. --------------------------------------------------------------------------- Tom Robbins e' uno scrittore che immeritatamente continua ad essere pochissimo conosciuto in Italia, nonostante siano gia' stati pubblicati nel nostro paese "Natura morta con picchio" (1986) e, lo scorso anno, "Coscine di pollo". Dotato di una prosa particolarmente scoppiettante, trame barocche al punto giusto e fantasia a go-go, il buon Tom riesce a creare situazioni in cui tutto il milieu delle controculture hippiesche (droghe, oriente, mitologie, astrologie, complotti planetari, militanze ed altro) s'incontra in narrazioni spesso comiche e una filosofia gioiosa e sovversiva come poche altre. Assai interessante e' pure la sua ultima uscita in Italiano, "Il fungo magico" (Stampa Alternativa Millelire) nella collana "Psiconautica" dedicata alle tecniche di esplorazione della coscienza. Il magico fungo in questione -manco a dirla- e' l'amanita muscaria di cui Tom Robbins, riprendendo le tesi esposte da Allegro nel celebre "Il fungo e la croce", spiega come si possa considerare un vero e proprio pilastro della nostra civilta'. Come e perche' il simpatico ovalaccio dalla cappella rossa a puntini bianchi abbia potuto combinare questo lo potete facilmente scoprire da soli al prezzo di pochi spiccioli e un quarto d'ora di lettura divertente. Quel che a noi preme sottolineare e' che parlare di droghe in maniera disincantata, non apologetica, ma neanche demoniaca, continui a suscitare scadalo. Al punto che Maurizio Chierici su "Sette", proprio a proposito de "Il fungo magico" ha scritto un articolo dal significativo titolo: "Millelire di droga in libreria". Le pubblicita' dei supealcolici in tv e nelle riviste patinate e gli articoli con gli illustri psichiatri che propagandano le pillole magiche contro l'infelicita' infatti sono gratis. Eppoi gli psicofarmaci e i superalcolici non sono droghe: sono il trionfo del capitalismo.